di Donato Bonanni
Le api sono molto sensibili ai cambiamenti creati da agenti inquinanti, per questo sono in grado di segnalare precocemente l’insorgenza di eventuali squilibri pericolosi.
Il biomonitoraggio è uno strumento con varie applicazioni nel campo degli studiambientali e permette di valutare gli effetti dell’inquinamento attraverso i cosiddetti “bioindicatori”, ovvero specie animali o vegetali in grado di segnalare precocemente l’insorgenza di instabilità per la biodiversità e la salute umana. In questo ambito, si inserisce il Progetto “Capiamo”, che prevede il monitoraggio dello stato di salute delle api ubicate all’interno degli impianti Herambiente, e che ha interessato per primo il termovalorizzatore di Pozzilli (Isernia) fino al 2021, mentre attualmente è attivo presso l’impianto di compostaggio con produzione di biometano di Sant’Agata Bolognese (Bologna) e la discarica di Serravalle Pistoiese (Pistoia). Le api sono molto sensibili ai cambiamenti creati da agenti inquinanti, per questo sono in grado di segnalare precocemente l’insorgenza di eventuali squilibri pericolosi.
Questi piccoli e operosi animali, inoltre, sono capaci di offrire, attraverso i loro prodotti, informazioni utili sia a breve che a lungo termine.
Il miele, che rappresenta il primo prodotto in cui possono accumularsi contaminanti, permette di valutare l’inquinamento nel breve periodo; la cera invece, per via della sua natura lipidica che permette di assorbire e trattenere i contaminanti non volatili, lipofili e persistenti, consente di valutare i livelli di inquinamento a lungo termine. Le api, nel corso delle loro migrazioni giornaliere, si muovono su un’area di 7 chilometri quadrati, effettuando circa 10mila prelievi dalle matrici ambientali che incontrano, come acqua, aria e suolo, e proprio per questo sono esposte a tutti gli inquinanti chimici potenzialmente presenti nell’ambiente. Nel loro viaggio verso l’alveare, esse trasportano tutte le sostanze con cui sono entrate in contatto, influenzando così la produzione di miele, propoli, cera, polline e pappa reale.
Per monitorare la qualità dell’ambiente, due volte l’anno, sempre nell’ambito del Progetto “Capiamo”, vengono svolte analisi sulla popolazione delle api e sui prodotti dell’alveare. In particolare: sugli alveari vengono svolte analisi bio-morfometriche e controlli medico veterinari per verificare la salute e la produttività delle api, limitare i fenomeni di sciamatura, posizionare e rimuovere i melari, campionare il miele e gli altri prodotti dell’alveare stesso. Questi ultimi sono poi sottoposti ad analisi chimiche presso laboratori accreditati in cui si eseguono analisi di anioni, metalli, pesticidi e Ipa. Insomma, le api hanno un valore prezioso negli impianti di gestione dei rifiuti: sentinelle dell’aria e testimoni della loro imprescindibilità per un futuro sostenibile. Ma soprattutto questi piccoli insetti vivono benissimo vicino ai termovalorizzatori e producono un buon miele.