di Andrea Lepone
Secondo un sondaggio svolto da E.on Foundation, l’86% degli italiani si dice preoccupato per il futuro dei propri figli, temendo ripercussioni sulla loro qualità di vita più prossima a causa dei danni subiti dal pianeta in questi anni.
La preoccupazione si combina con la volontà di impegnarsi: l’83% degli intervistati crede che le proprie azioni e i comportamenti quotidiani possano dare un contributo alla salvaguardia dell’ambiente, anche attraverso consumi più consapevoli. Una ricerca condotta da Ipsos per l’Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili (Anter) ha evidenziato la grande fiducia riposta da parte degli italiani nelle energie rinnovabili. Le conoscenze sul tema sono però ancora limitate.
Se da un lato la maggior parte degli italiani conosce la teoria (il 13% identifica tutte le energie rinnovabili con precisione, il 77% ne identifica una buona parte e solo il 10% fa molta confusione tra fonti rinnovabili e non rinnovabili), dall’altro pochi sanno cosa fare per lo step successivo, ovvero l’autoproduzione di energia. Ed è qui che gli enti istituzionali e quelli associativi e aziendali di settore dovrebbero intervenire, con campagne di sensibilizzazione mirate ed iniziative che possano favorire una sana conoscenza della materia, favorendo al contempo l’educazione civico-ambientale. Un passo da compiere, senza ulteriori indugi, per la salvaguardia delle generazioni future.