di Andrea Lepone
Formazione del personale sanitario, ricerca scientifica, creazione di banche di tessuti umani utili a studiare i meccanismi patogenetici delle malattie e identificare nuovi biomarcatori, perfezionamento delle tecniche chirurgiche a beneficio della medicina e dei pazienti futuri.
Sono alcuni dei progressi medico-scientifici resi possibili grazie alla donazione del corpo e dei tessuti post mortem alla scienza, una scelta di alto valore etico oggi ancora poco nota e diffusa in Italia, ma che risulta strumentale per il progresso dello studio e della ricerca finalizzati alla tutela della salute pubblica. Per promuoverne la conoscenza e la consapevolezza tra i cittadini, e fornire al personale sanitario opportunità formative su questo tema, Regione Emilia-Romagna e Università di Bologna hanno sottoscritto un accordo di collaborazione finalizzato alla realizzazione di una campagna di comunicazione.
Possibilità contemplata dalla legge numero 10 del 10 febbraio 2022, che per la prima volta disciplina la donazione post mortem del corpo e dei tessuti alla scienza con modalità analoghe a quelle definite per il testamento biologico e che prevede anche che Regioni e Aziende sanitarie realizzino campagne informative per i cittadini e formative per i professionisti della sanità. Designata dal Ministero della Salute come capofila di questo progetto, che in fasi successive vedrà anche il coinvolgimento di altre Regioni italiane, l’Emilia-Romagna sarà quindi la prima in Italia a partire, e a questo scopo ha siglato una collaborazione con l’Alma Mater di Bologna, il cui Centro di Anatomia Clinica e Chirurgica Sperimentale e Molecolare del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie è oggi riconosciuto come Polo di riferimento nazionale per la conservazione e l'utilizzazione dei corpi dei defunti. Il Ministero ha inoltre destinato alla Regione 500mila euro, a copertura delle spese che saranno sostenute per la campagna rivolta ai cittadini e per la formazione di studenti di medicina e personale sanitario.