INNOVAZIONE
di Marisa Corrente
Biosensori minuscoli, larghi 0,1 millimetri, stampati in 3D direttamente nel cervello e nel midollo spinale in formazione, allo scopo di studiare da vicino e comprendere meglio le malformazioni congenite come la spina bifida, che in Europa colpiscono 1 bambino su 1.000:
è il risultato ottenuto in embrioni di pollo grazie allo studio internazionale pubblicato sulla rivista “Nature Materials”, a cui hanno partecipato anche l’Università di Padova, l’Istituto Veneto di Medicina Molecolare e l’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza di Padova. Questi sensori in miniatura riescono a misurare le microscopiche forze, pari a circa un decimo del peso delle ciglia umane, che gli embrioni devono generare per formare il midollo spinale. Per uno sviluppo normale dell’embrione, queste forze devono contrastare quelle negative che resistono in senso opposto, e quindi l’identificazione di farmaci in grado di aumentare le forze positive o diminuire quelle negative potrebbe aiutare a prevenire le malformazioni.
Inoltre, i ricercatori hanno dimostrato che la stessa tecnologia potrebbe essere applicata alle cellule staminali umane: ciò consentirà, in futuro, di confrontare le cellule staminali di donatori sani con quelle di pazienti affetti da spina bifida, con l’obiettivo di capire perché alcune persone sviluppino tale condizione.