AMBIENTE
di Marisa Corrente
Una studio appena pubblicato su “Science of the Total Environment”, condotto dal BeeLab, il Laboratorio sulla Salute e sul Comportamento degli Impollinatori coordinato dal Prof. Simone Tosi, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, ha investigato sull’utilizzo di autorizzazioni emergenziali “in deroga” dei pesticidi e sui conseguenti effetti collaterali per la salute umana, degli impollinatori e dell’ambiente intero.
I pesticidi autorizzati in deroga possono essere utilizzati indipendentemente dal risultato negativo del processo di Valutazione del Rischio, che include una serie di test sperimentali necessari a stimare la contaminazione ambientale e gli effetti collaterali di questi prodotti, valutandone infine l’impatto sull’uomo e l’ambiente. Tali autorizzazioni permettono, quindi, di controllare diverse emergenze agricole, sorvolando sui danni collaterali causati.
Vi sono, comunque, dei limiti: tali deroghe, infatti, possono essere concesse per emergenze circoscritte nel tempo e nello spazio. Questa prima valutazione scientifica approfondita dei processi di Autorizzazione d’Emergenza dimostra come gli stessi siano ampiamente utilizzati dai Paesi Membri dell’Unione Europea. Tuttavia, molte di queste autorizzazioni emergenziali risultano sorprendentemente non conformi alle normative UE, poiché concesse per periodi più lunghi di quanto prescritto dalla legge e rinnovate in modo ricorrente per gestire la stessa emergenza nel tempo. Inoltre, il 21% di queste autorizzazioni ha permesso l'uso di pesticidi altamente tossici, che non sono approvati dai processi regolari di Valutazione del Rischio. L'uso prolungato delle Autorizzazioni d’Emergenza e il limitato sviluppo di alternative sollevano preoccupazioni sulla sostenibilità delle pratiche agricole ed i relativi impatti sulla salute a lungo termine.