AMBIENTE
di Donato Bonanni
Fin dai tempi più remoti, l’acqua ha rappresentato un bene prezioso e una fonte di vita per tutte le popolazioni, ma solo con l'arrivo dell’Antica Roma essa ha acquisito un valore ancora più importante, ovvero quello di una risorsa indispensabile per tutti i fabbisogni della cittadinanza, grazie anche allo straordinario utilizzo di opere tecnologiche e ingegneristiche finalizzate alla realizzazione di una rete idrica capace di captare l’acqua dalle sorgenti dell’Appennino per poi condurla fino al centro urbano, trasformando così l’odierna Capitale d’Italia in Caput Mundi.
Furono costruiti ben undici acquedotti principali che, resistendo nei secoli, ancora oggi sono parzialmente in funzione. Con lo sviluppo urbano e demografico di Roma, i fabbisogni idrici si moltiplicano sempre di più per ragioni domestiche, industriali e pubbliche. Essi dovranno necessariamente essere accompagnati da appositi investimenti in grado di favorire una gestione sostenibile della risorsa idrica, attraverso la riduzione delle perdite di rete e la doverosa sostituzione di condotte fatiscenti e insicure.
Basti pensare che, negli ultimi anni, le perdite idriche a Roma sono passate dal 43% al 28% (media Italia 42%). A tal proposito, nei mesi scorsi, il Comune di Roma ha approvato un piano di interventi di circa 2 miliardi di euro (in collaborazione con l’azienda partecipata Acea) per mettere in sicurezza il settore idrico anche a fronte delle oscillazioni climatiche. Tali iniziative saranno fondamentali anche per garantire una maggiore sicurezza e qualità dell’acqua di Roma, tutelando purezza e bontà degli elementi nutrienti che la costituiscono. Recentemente, l’Istituto Superiore della Sanità ha certificato che un litro di acqua romana ha circa 100 milligrammi di calcio e intorno ai 20 milligrammi di magnesio, minerali particolarmente indicati per la cura dei bambini, degli anziani e delle persone più fragili. Pertanto, va sfatato un luogo comune, che vedrebbe nell’acqua romana la causa di disturbi renali o altre malattie. Tutto il contrario: bere l’acqua della Capitale dai rubinetti e dalle fontanelle può persino scongiurare le problematiche sopracitate, senza dimenticare l’azione protettiva nei confronti di alcune patologie, prime fra tutte quelle cardiovascolari.