di Alessia Penta
Il Monte Rosa sta perdendo i suoi ghiacciai. Recentemente, sul versamento sud, si è estinto il Flua, che nell'800 si estendeva su 80 ettari, mentre ora è ridotto a un insieme di rocce e detriti, con qualche accumulo di neve frutto delle nevicate tardive.
Come se non bastasse, i ghiacciaia limitrofi, Piode e il Sesia-Vigne, sono arretrati dagli anni '80 di oltre 600 metri lineari, con una risalita della quota minima frontale di oltre 100 metri. A causa della crisi climatica, qualora non dovessero verificarsi significativi cambiamenti, quello del Flua sarà lo stesso destino al quale andranno incontro, dal 2050, i ghiacciai alpini con quote massime al di sotto dei 3500 metri. Questo il bilancio fatto al termine della tappa piemontese della quinta edizione della Carovana dei ghiacciai, la campagna di Legambiente con Cipra Italia e Comitato Glaciologico Italiano.
Lo scioglimento dei ghiacciai è una delle conseguenze dirette della crisi climatica, caratterizzata da temperature sempre più alte. Mentre lo zero termico, che indica l’altitudine correlata alla temperatura di zero gradi Celsius, continua a salire a quote sempre più elevate, l’accumulo di neve diminuisce e i ghiacciai perdono massa glaciale. Una dinamica che interessa anche i ghiacciai che si trovano nelle zone più alte, oltre i 3.500 metri di altitudine: negli ultimi anni infatti, anche a tali quote, il ghiaccio è arretrato di diversi centimetri.