RIPRISTINO DELLA NATURA, CONTROVERSIE E OBIETTIVI DEL GREEN DEAL UE

di Marisa Corrente

 

È entrata in vigore la legge Ue sul Ripristino della natura, una delle tappe cruciali del Green Deal, voluta per ripristinare la biodiversità dell'Unione, raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e adattarsi ai cambiamenti climatici.

Gli Stati europei devono adottare misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri dell'Ue e il 20% delle aree marine entro il 2030. Si prevede inoltre di mantenere gli spazi verdi urbani e la copertura arborea urbana, e di aumentarli dopo il 2030. Si tratta tuttavia di una riforma controversa, sbloccata dopo mesi di contestazione da parte di sette dei 27 Paesi dell'Ue (Italia inclusa). Tutt'ora il regolamento è criticato dalle organizzazioni agricole, per quanto annacquato nella stesura finale. Ad esempio, la Commissione europea proponeva di destinare il 10% dei terreni agricoli a interventi per la biodiversità come la coltivazione e creazione di siepi, alberi, fossi, muretti o piccoli stagni: una linea guida che nel testo approvato alla fine non c'è. 

Come obiettivo generale, gli Stati europei adotteranno misure di ripristino in almeno il 20% delle aree terrestri dell'Ue e nel 20% delle sue aree marine entro il 2030. E prima del 2050 tali misure dovrebbero essere in atto per tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino. Tra l'altro, la nuova norma prevede di mantenere gli spazi verdi urbani e la copertura arborea urbana, e di aumentarli dopo il 2030. Bisognerà poi raggiungere, entro il 2030, l'obiettivo di ripristinare almeno 25.000 km di fiumi in corsi d'acqua a flusso libero. Inoltre, si mirerà ad invertire il declino delle popolazioni di impollinatori e a migliorarne la diversità, a migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli e la biodiversità degli ecosistemi forestali, nonché a contribuire all'impegno di piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi entro il 2030 a livello Ue.