di Lucio Toma
Il primo studioso che accese l’attenzione del mondo scientifico nei confronti del concetto di dieta mediterranea fu il dott. Anciel Keys, epidemiologo e nutrizionista alla School of Public Health dell’Università del Minnesota, che durante la Seconda guerra mondiale osservò per caso i benefici per la salute di questo stile alimentare.
In particolare, fu colpito dalle abitudini alimentari della popolazione del Cilento e si convinse del fatto che la bassa incidenza di patologie cardiovascolari di questa popolazione fosse dovuta alla loro alimentazione, tipica del Sud Italia e di altri paesi del Mediterraneo; un’alimentazione povera di grassi animali ma ricca di cibi “poveri” e facilmente reperibili per la popolazione non abbiente, come pasta, pane, legumi, frutta, verdura, olio di oliva e vino.
D’altronde è un dato di fatto che tra le popolazioni del bacino Mediterraneo che si cibano prevalentemente di pasta, prodotti ortofrutticoli, cereali integrali, legumi, pesce, olio di oliva e vino la percentuale di mortalità per cardiopatia ischemica è molto più bassa che in paesi come la Finlandia e gli Stati Uniti, dove l’alimentazione quotidiana include molti grassi saturi, ed è povera di acidi grassi Omega 3 o di polifenoli, tipici ad esempio di olio e vino. Quindi la dieta mediterranea indica l’educazione ad un corretto regime alimentare basato sul consumo di alimenti facilmente reperibili perché stagionali e a km 0, oltre che ricchi di nutrienti pur nella loro semplicità. E sono proprio questi nutrienti ad esercitare un’azione preventiva e/o salutistica. Un concetto molto “olistico” di alimentazione, con numerosi punti in comune con il concetto di Nutraceutica atta ad integrare correttamente diversi elementi nutrizionali. A conferma di ciò è uno studio condotto dall’Università di Göteborg e conosciuto come “StudioH70”, incominciato negli anni ’50 su migliaia di settantenni svedesi che seguivano un regime alimentare mediterraneo. I risultati mostrano che coloro che seguono una dieta mediterranea hanno una probabilità del 20% in più di vivere più a lungo.