di Giovanni Faverin, Patrizia Fasson, Daniela Volpato
Nel marzo del 2023, il Governo Italiano ha introdotto una riforma storica, attesa da oltre un quarto di secolo, per migliorare l'assistenza agli anziani non autosufficienti.
Questa riforma, promossa dal viceministro delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci, è stata adottata sotto la spinta del Patto per la non autosufficienza che comprende circa 60 associazioni. Tra i pilastri principali della riforma, figura l'introduzione della Valutazione Nazionale Unica (VNU), un sistema pensato per semplificare l'accesso alle prestazioni assistenziali e ridurre la burocrazia. Tuttavia, alcune delle promesse iniziali non sono state mantenute, come l'introduzione di un servizio domiciliare pubblico e di un coordinamento nazionale, misure eliminate mantenendo il coordinamento solo a livello comunale. Un punto saliente è il mantenimento dell'indennità di accompagnamento, destinata a 1.570.000 anziani, ma con l'esclusione dell'opzione relativa all’impiego di badanti irregolari, una scelta che ha suscitato preoccupazioni per circa il 60% di coloro che dipendono da questa forma di assistenza.
Dal punto di vista finanziario, la riforma si avvale di un investimento di 1,72 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per assistere 806.970 anziani a domicilio, sebbene ci sia una percezione diffusa che tale somma non sia adeguata alle esigenze di 1,5 milioni di anziani. La riforma è stata accolta con sentimenti contrastanti. Da un lato, viene vista come un passo avanti, ma dall'altro, è oggetto di critiche per non aver affrontato in modo efficace le necessità di una larga parte della popolazione anziana. In particolare, l'assenza di un servizio domiciliare pubblico e di un sistema nazionale coordinato per l'assistenza agli anziani è stata vista come un'opportunità mancata per rinnovare significativamente il sistema di welfare dedicato alla terza età. Le famiglie italiane si trovano a fronteggiare la sfida di prendersi cura dei propri cari anziani non autosufficienti, con un impatto finanziario ed emotivo notevole, e una crescente necessità di supporto istituzionale. Le storie di moltissimi cittadini illustrano le difficoltà nell'assistenza quotidiana, con particolare enfasi sulla solitudine e sul peso finanziario per le famiglie già in situazioni difficili. La riforma rappresenta un cambiamento legislativo significativo ma riflette anche la necessità di un dialogo continuo e di ulteriori azioni per rispondere in modo più completo alle esigenze degli anziani non autosufficienti in Italia, e di coloro che se ne prendono cura. L'urgenza di una revisione e di un dialogo aperto e continuo tra Governo e società civile è evidente, per garantire che l'assistenza agli anziani non autosufficienti sia non solo adeguata, ma anche dignitosa e rispettosa delle loro esigenze complesse.