IL FUTURO INCERTO DELLA TELEVISIONE: LO STREAMING SUPERA LA TV TRADIZIONALE

di Federico Giannone

 

La televisione, un tempo considerata il centro dell'intrattenimento domestico, sta vivendo una trasformazione epocale.

Secondo un recente report dell’Area Studi Mediobanca, per la prima volta, i servizi di streaming hanno superato i ricavi della Pay TV tradizionale in Italia. Questo cambiamento segna un punto di svolta nell'industria dei media, indicando un futuro in cui lo streaming potrebbe dominare il panorama televisivo. I dati del primo trimestre del 2024 mostrano un aumento del 125% nei ricavi dei servizi di streaming, che ora rappresentano il 204% del giro d’affari complessivo del settore, superando la Pay TV tradizionale, ferma al 201%, e in contrazione del 32% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo risultato è particolarmente significativo considerando che la TV tradizionale ha subito un calo del 49% nei ricavi, mentre i servizi S-Vod (Subscription Video on Demand) continuano a crescere a doppia cifra, con un incremento del 104%. 

Nel 2023, il settore radiotelevisivo italiano ha registrato un giro d’affari di 89 miliardi di euro, in crescita del 16% rispetto all'anno precedente. La RAI, Sky e Mediaset rimangono i principali attori del mercato, con la RAI che guida per fatturato con 27 miliardi di euro. Tuttavia, le piattaforme di streaming stanno guadagnando terreno. Netflix, ad esempio, ha generato ricavi per 616 milioni di euro nel 2022 grazie ai suoi oltre 5 milioni di abbonati. Le previsioni per il 2024 indicano una crescita del 2% nei ricavi complessivi dei principali operatori italiani del settore, trainata dagli eventi sportivi come le Olimpiadi e gli Europei di calcio, e dalla ripresa del mercato pubblicitario prevista al +5%. Tuttavia, con il segmento S-Vod sempre più competitivo e vicino alla saturazione, è previsto un aumento delle offerte A-Vod (Advertising Video on Demand) e Subscription Ad-supported, che combinano elementi dei servizi a pagamento e pubblicitari. Nonostante la crescita, il settore deve affrontare diverse sfide. Il risultato operativo delle imprese del settore rimane negativo, anche se in miglioramento, attestandosi al -14% nel 2023. La redditività non soddisfacente è una conseguenza diretta della crescente concorrenza degli operatori OTT (Over-the-Top) come Netflix e Dazn. Inoltre, la stabilità dei livelli occupazionali è minacciata dal passaggio dalla TV lineare allo streaming, meno intensivo in termini di manodopera. In Italia, il canone RAI resta il più basso tra i principali paesi europei, pari a 0,25 euro al giorno per abbonato, contro una media di 0,34 euro. Questo dato è significativo nel contesto di un processo di abolizione del canone che ha visto la Francia come ultimo paese a eliminare questa tassa nel 2022. Il futuro della televisione sembra sempre più orientato verso lo streaming, con un mercato in continua espansione e una competizione sempre più accesa. La sfida per i tradizionali broadcaster sarà adattarsi a questo nuovo scenario, sfruttando le opportunità offerte dalla tecnologia e dall'evoluzione delle abitudini dei consumatori. La televisione, così come la conosciamo, sta cambiando radicalmente, e il 2024 potrebbe rappresentare un anno cruciale per delineare il nuovo volto dell'intrattenimento televisivo. Uno dei punti di forza del servizio pubblico televisivo è la capacità di offrire contenuti di qualità, informativi ed educativi. Tuttavia, con la proliferazione di contenuti disponibili online, mantenere questo vantaggio competitivo è diventato più difficile. La RAI deve continuare a produrre programmi che riflettano la cultura e la società italiana, offrendo al contempo contenuti che possano competere in termini di attrattiva e innovazione. E’ inoltre da rilevare come l’evoluzione verso lo streaming abbia un impatto diretto sui livelli occupazionali. Il passaggio da un modello di produzione intensivo in termini di manodopera a uno più automatizzato e tecnologico potrebbe comportare una riduzione dei posti di lavoro nel settore tradizionale della TV. Il servizio pubblico televisivo dovrà quindi affrontare questa transizione con politiche adeguate per la formazione e la riqualificazione del personale e per rimanere competitivo dovrà investire in tecnologia, mantenere alta la qualità dei contenuti e adattarsi ai cambiamenti nelle abitudini dei consumatori. Solo così potrà continuare a svolgere il suo ruolo fondamentale nella società italiana, offrendo un servizio di valore in un panorama mediatico in continua evoluzione.