di Andrea Lepone
Il prototipo rappresenta un primo modello di tecnologia bioispirata applicabile in futuro per l’esplorazione sotterranea, in spazi confinati e di altri pianeti
Un gruppo di ricerca dell‘Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) a Genova ha realizzato il primo softrobot ispirato alla biologia dei lombrichi, che è in grado di strisciare grazie a un corpo artificiale modulare allungabile e accorciabile quando attraversato da aria in pressione. Il prototipo è stato descritto sulla rivista internazionale Scientific Reports del gruppo Nature, e rappresenta un primo modello di tecnologia bioispirata applicabile in futuro per l’esplorazione sotterranea, in spazi confinati e di altri pianeti. La natura offre numerosi esempi di animali che per muoversi ed esplorare l’ambiente usano la flessibilità del loro corpo e la capacità di generare onde lungo di esso, come per esempio i serpenti, le lumache, i bruchi e i lombrichi. Alcuni di questi movimenti si trovano anche nelle radici delle piante. Il Laboratorio di Bioinspired Soft Robotics diretto da Barbara Mazzolai, Associate Director per la Robotica di IIT, ha proprio l’obiettivo di trarre ispirazione dalla natura e, nello stesso tempo, produrre nuove conoscenze sui fenomeni biologici.
Il robot lombrico è l’ultima invenzione prodotta dal gruppo di ricerca; il prototipo è lungo 45 centimetri e pesante 605 grammi. La sua creazione è stata possibile grazie allo studio dei meccanismi che guidano il movimento dei vermi nella terra. I lombrichi strisciano, sia dentro che sulla superficie del suolo, alternando la contrazione di strati muscolari, i quali generano onde peristaltiche retrogade. Il corpo, costituito da diversi singoli segmenti (metameri), è riempito da un fluido attraverso cui l’animale controlla la pressione interna per agire con forza verso l’esterno, e quindi mettere in movimento solo specifici metameri, in modo indipendente e localizzato, creando così delle configurazioni differenti.