CREATO IL PRIMO SEME ARTIFICIALE BIODEGRADABILE

di Andrea Lepone

 

Può monitorare la salute del suolo, rilevare la presenza di agenti inquinanti come il mercurio, i livelli di CO2, temperatura e umidità dell'aria.

Si chiama ‌I-Seed il primo seme artificiale biodegradabile al mondo capace di esplorare il suolo in autonomia, senza bisogno di alimentazione o batterie. Ha conquistato la copertina di “Advanced Science”, fra le più note riviste scientifiche del settore, perché rappresenta la massima espressione del progetto europeo omonimo, che punta a sviluppare robot innovativi in grado di agire come sensori ambientali. Può monitorare la salute del suolo, rilevare la presenza di agenti inquinanti come il mercurio, i livelli di CO2, temperatura e umidità dell'aria. I-Seed è il frutto del lavoro del team guidato dalla professoressa Barbara Mazzolai, dei laboratori di Bioinspired Soft Robotics dell'IIT-Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e dell'Università di Trento. Questo seme artificiale si ispira alla struttura del seme di un geranio di origini sud-africane, il Pelargonium Appendiculatum, di cui replica la capacità di mutare forma in base alle variazioni di umidità nell'ambiente, ed è il risultato dell'applicazione di innovative tecniche di stampa 3D ed elettrofilatura, abbinate a materiali che vanno dai nanocristalli di cellulosa ai polimeri termoplastici biodegradabili. 

In pratica, quando si verificano le giuste condizioni ambientali, i semi si distaccano dalla pianta, mutano forma in relazione alle proprietà igroscopiche dei materiali di cui sono composti e si muovono autonomamente per esplorare e penetrare il suolo, aumentando così le probabilità di germinazione.